TUTTE LE FORZE POLITICHE E LE ORGANIZZAZIONI DELLA SOCIETÀ CIVILE DELLA STESSA CITTÀ ”CONFERMANO LA PROPRIA CONTRARIETÀ ALLA REALIZZAZIONE DEL MEGADEPOSITO”

serena pellegrino

“L’insediamento del deposito di, Gpl sta destando un elevato allarme sociale, come dimostrato dalle 7.000 firme finora raccolte”

Roma. ”(…) se, i Ministri interrogati non intendano revocare il decreto ministeriale n. 295, del 22 dicembre 2015, in cui esprime compatibilità ambientale condizionata, relativamente al progetto della Società Energas spa. (4-12438)”. Interrogazione a risposta scritta alla Camera dei Deputati è stata presentata dalla deputata Serena Pellegrino di SEL (cofirmatari Annalisa Pannarale, Arcangelo Sannicandro, Donatella Duranti) al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (delegato a rispondere: MiBACT)

FOCUS PROGETTO ‘DEPOSITO COSTIERO DI GPL NEL TERRITORIO DI MANFREDONIA, PROPONENTE ENERGAS’

TESTO INTEGRALE.
Mercoledì 9 marzo 2016, seduta n. 586
PELLEGRINO, PANNARALE, SANNICANDRO e DURANTI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere
– premesso che:
il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha espresso, in data 22 dicembre 2015, con il decreto ministeriale n. 295, la compatibilità ambientale (VIA) relativamente a un progetto di deposito costiero di Gpl ed opere connesse nell’agro di Manfredonia, presentato dalla Società Energas Spa, con sede legale in via Morelli, 75 – Napoli, condizionato al rispetto di diverse prescrizioni che sono a giudizio degli interroganti, con ogni evidenza irrealizzabili;

il progetto di massima redatto dalla società Energas Spa di Napoli prevede, su un’area di 18 ettari, la installazione di 12 megaserbatoi di metri 8 di diametro per metri 102 di lunghezza, parzialmente, interrati, per una capacità complessiva di 60.000 metri cubi (60 milioni di litri), e la realizzazione di innumerevoli opere funzionalmente connesse ed un gasdotto lungo 10 chilometri, di cui 5 chilometri sottomarino che collegherà il previsto deposito di stoccaggio gasiero all’esistente pontile, previo suo adeguamento del punto di attracco delle navi gasiere vedi allegato n. 1);

il progetto di massima presentato per ottenere le diverse autorizzazioni, riveduto in alcune sue piccole parti, utilizza la stessa documentazione e opera le stesse scelte progettuali previste nella richiesta di valutazione di impatto ambientale presentato nel 1999 dall’allora società (IsosarSrl, oggi Energas Spa, su cui il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro per i beni e le attività colturali, in data 27 dicembre 2000, si era già espresso con parere negativo;

la stessa area dell’impianto confina con aree destinate ad allevamenti di animali e con terreni agricoli (200 ettari) biologicamente coltivati (dotati di certificati Icea fin dal 1990); le strutture portanti del porto industriale Alti Fondali presentano vistose lesioni più o meno importanti lungo i piloni dell’attracco A5 Alti Fondali e la stessa lettura del piano di sviluppo e delle linee guida del piano regolatore portuale di Manfredonia, redatto dall’Autorità portuale, fa emergere una «inadeguatezza delle infrastrutture portuali esistenti alla normativa sismica vigente»; la su indicata situazione statica del lungo pontile sicuramente non si gioverà dell’attracco di un «minimo di 53 navi gasiere all’anno da 15.000/20.000 tonnellate di stazza»; il traffico marittimo, sommato a quello commerciale, a quello delle marinerie locali e limitrofo, a quello diportistico, aumenterà notevolmente per la presenza di tante imbarcazioni in uno spazio ristretto, quale è il golfo di manfredonia, dove oltre al porto peschereccio c’è un grande porto turistico, e costituirà, a quanto causava gli interroganti, inoltre, un ulteriore elemento di pericolo a causa di probabili collisioni ed interferenze per le attività di pesca;

le aree interessate dalla navigazione, con la presenza di almeno 5 navi gasiere mensili, causeranno secondo gli interroganti, oltre alle interferenze alla navigazione, probabili danni alle attività di pesca (il comparto della pesca con il suo indotto impiega più di 1000 persone); con la risospensione di sedimenti, a causa dei lavori di cantierizzazione durante la posa in
opera dei gasdotti sul fondale, si avrà, per gli interroganti, intorbidimento dell’acqua, movimentazione di sedimenti (anche inquinanti, vedi fanghi ex Enichem) che rischieranno di incidere, con effetti letali, sull’ecosistema (nel quale è presente in modo massiccio la Cymodocea nodosa, tutelata dalla Convenzione di Berna e ratificata dallo Stato italiano, che con la sua estensione ad intrigo fa da Nursery a tutta la mini fauna del golfo e di gran parte dell’Adriatico;

la stessa acqua di mare, trattata con antifouling (probabilmente ipoclorito di sodio) e utilizzata per riscaldare il Gpl, onde riportarlo dallo stato liquido di trasporto a quello gassoso (sistema
a circuito aperto), una volta utilizzata e reimmessa in mare a bassa temperatura, può condurre ad una moria della fauna marina che, per gli interroganti, non solo inciderà sull’attività di pesca in maniera considerevole, con drastica riduzione dei posti di lavoro, ben oltre i previsti 27 posti di lavoro a regime promessi da Energas, ma danneggerà considerevolmente gli allevamenti di prodotti ittici, alcuni molto vicini alla zona di attività di rigasificazione (200 metri circa), nonché sulla balneazione, con grave danno sulla complessiva economia di Manfredonia; il golfo di Manfredonia è ritenuto una delle zone più importanti di riproduzione e ripopolamento di varie specie ittiche del basso Adriatico e forse dell’intero Mediterraneo ed è opportuno rilevare che il tubo gasiero, dopo aver attraversato la terraferma si inabisserà nel mare proprio, in una zona di accumulo biomasse, che fanno da habitat riproduttivo di tutte le specie ittiche della zona; le zone adiacenti il sito, su cui sorgerà l’impianto, sono classificate come aree ad alto rischio idrogeologico, in particolare lungo l’attraversamento del gasdotto nei pressi degli ipogei Capparelli, lungo il percorso dell’antica Siponto;

lo stesso gasdotto attraversa totalmente la omonima area archeologica di grande rilevanza; che testimonia l’importanza raggiunta dall’antica Siponto in epoca romana (colonia dal 194 a.C.), quando assunse il ruolo di uno dei principali porti della Regio II; negli elaborati presentati da Energas spa non si fa menzione delle conseguenze sull’ambiente e delle possibili emissioni di sostanze inquinanti potenzialmente immesse durante le fasi di lavorazione del Gpl (travasi, imbottigliamento, collaudo bombole e altro in quanto ritenute irrilevanti; il territorio di cui trattasi è fortemente sismico, con fenomeni attivi sia in mare che in terraferma (pericolosità sismica di II categoria, comunque, molte delle faglie attualmente inattive sono zone di debolezza e, quindi, possono essere riattivate a causa degli sforzi tettonici che interessano il Gargano dati rilevati da documenti redatti dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Foggia);

terreni su cui la società Energas spa intende realizzare l’impianto ed il raccordo ferroviario ricadono in Zona SIC-ZPS (Valloni e steppe pedegarganiche) e in parte sono classificati dal piano di gestione come «pascoli naturali» e «percorsi sub steppici di graminacee e piante annue» (l’articolo 12 del regolamento del medesimo piano prevede il divieto di trasformare, danneggiare e alterare gli habitat d’interesse comunitario e di cambiare la destinazione d’uso colturale delle superfici destinate a pascolo permanente ai sensi dell’articolo 12, punto 2, del Regolamento n. 796/04/CE, mentre il successivo articolo 18 fa espresso divieto di costruire nuove strade o ampliare le strade esistenti); il piano paesaggistico territoriale della regione Puglia, approvato definitivamente con la delibera n. 176 del 16 febbraio 2015, tipizza dette aree fra le «Componenti botanico-vegetazionali» negli «Ulteriori Contesti Paesaggistici»: prati e pascoli naturali e l’area di che trattasi presenta un alto valore faunistico in quanto risulta priva di contaminazione antropica, pertanto per gli interventi un intervento di trasformazione del suolo comporterebbe la distruzione dell’habitat esistente; non si può non considerare, con la dovuta serietà, quella che appare agli interroganti l’incompatibilità tale impianto con la presenza a pochi chilometri della seconda base militare Nato d’Europa (Amendola), possibile obiettivo di attentati terroristici, senza contare che la stessa base, luogo di esercitazioni militari, può dar vita ad incidenti aerei rilevanti, con possibili ricadute sull’impianto, dalla capacità esplodente probabilmente superiore alla bomba lanciata su Hiroshima;

l’insediamento del deposito di, Gpl sta destando un elevato allarme sociale, come dimostrato dalle 7.000 firme finora raccolte, da parte di cittadini contrari a detto impianto nello stesso territorio; tale territorio ha già subìto l’industrializzazione forzata e la violazione delle vocazioni territoriali da parte dello stabilimento ex Enichem, ora dismesso per la sua grave incidenza ambientale, dopo aver prodotto gravi danni per la salute pubblica e all’ambiente, con una fuga spaventosa di circa 40 tonnellate di arsenico, le cui conseguenze i cittadini hanno pagato e stanno ancora pagando, sia in termini di vite umane (più di 120 morti), sia economicamente, per la bonifica delle aree ancora incompleta, tanto che con riguardo a tale territorio, considerato Sin (sito di interesse nazionale), come è stato evidenziato da una ricerca del Cnr di Pisa, svolta per conto del Ministero della salute, il dato statistico di malformazioni congenite (MC) ha una incidenza più alta dei 37 per cento, rispetto al resto della regione Puglia; e si tratta di Mc cardiopatiche, del sistema digerente e urinarie, conconseguenze non solo generazionali, ma anche transgenerazionali, ovverosia con incidenza prolungata nel tempo;

Manfredonia, dopo l’industrializzazione funesta ex Enichem, ha avuto una reindustrializzazione che ha determinato solo licenziamenti e capannoni industriali non più in uso e che ha già permesso troppo in termini di devastazione del proprio territorio; non è possibile sopportare oltre lo scempio contro le vocazioni pescherecce, turistiche, artigianali, agricole e di benessere; è stato completamente disattesa da Energas spa la disciplina prevista dalla direttiva 2012/18/ UE (cd. «Seveso III») sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose; il consiglio comunale di Manfredonia, nella seduta del Consiglio comunale del 17 settembre 2015, ha dichiarato unanime «la propria assoluta contrarietà alla realizzazione dell’impianto di stoccaggio di 60 milioni di litri di Gpl proposto da Energas spa»;

tutte le forze politiche e le organizzazioni della società civile della stessa città «confermano la propria contrarietà alla realizzazione del megadepositoEnergas sul proprio territorio» ed «esprimono riprovazione per la perseveranza dell’Energas nel non tener conto delle scelte e della volontà della popolazione di Manfredonia espressa anche nelle sedi istituzionali»; nella conferenza dei servizi del 21 ottobre 2015, tenutasi presso la regione Puglia, il «deposito viene ritenuto dalla Regione Puglia e dal Comune di Manfredonia non conforme alla legge per le ragioni tecniche che verranno evidenziate e, comunque, assolutamente inopportuno dal punto di vista della sicurezza della comunità di Manfredonia) nonché ai fini del corretto sviluppo dell’area industriale di Manfredonia che verrebbe interrotta, se non addirittura azzerata, dalla presenza di un impianto che potrebbe rivelarsi di particolare pericolosità, come quello in oggetto. Regione e
Comune dunque si attiveranno, nelle sedi competenti, a partire dal MISE, per la revoca dell’iter autorizzativo dell’insediamento dell’impianto Energas in considerazione del rischio industriale per la città e dell’impatto ambientale per tutto il territorio circostante» –:

se, i Ministri interrogati non intendano revocare il decreto ministeriale n. 295, del 22 dicembre 2015, in cui esprime compatibilità ambientale condizionata, relativamente al progetto della Società Energas spa. (4-12438)”.

 

Fonte: Redazione Stato Quotidiano.it