Si riporta la versione originale tratta dal sito www.ildelfinofilippo.org

Questo sito nasce dalla necessità di dare notizie chiare e realmente attendibili sulle vicende che riguardano il delfino Filippo che ha fatto del Golfo di Manfredonia il suo territorio di caccia e del Porto la sua dimora.

Il Comitato per la tutela e la salvaguardia del delfino Filippo è composto da volontari che amano il mare e il delfino Filippo e che hanno inteso realizzare in loco un centro di riferimento mirato all'acquisizione di informazioni più dettagliate sul fenomeno Filippo e fruibile da tutti i soggetti interessati (istituzioni, centri ricerca, privati, ecc...).

Un invito dunque a quanti avessero interesse a comunicarci, attraverso la posta elettronica, episodi aventi come protagonista Filippo e a porci quesiti sul delfino Filippo, a cui sicuramente daremo risposta.

I contenuti di questo sito sono forniti esclusivamente da Giovanni SIMONE, che con grande passione ed interesse, sin dai primi avvistamenti, si è interessato al caso "Filippo". Tuttora segue con la propria imbarcazione le vicende del cetaceo.

Il Comitato collabora con il Servizio Veterinario ASL FG/2 di Cerignola (FG) - Area C.

Il Golfo di Manfredonia ospita un tursìope maschio adulto denominato Filippo, che ha un comportamento amichevole verso l'uomo, e tanta voglia di socializzare; ma non bisogna dimenticare che si tratta di un mammifero selvatico e, come tale, va trattato con rispetto e cautela. Per prevenire spiacevoli incidenti a persone o cose, una serie di Ordinanze sono state emanate dalla Capitaneria di Porto di Manfredonia.

Delfino solitario e socievole; è questa la particolarità di Filippo (nome attribuitogli dalla gente del luogo), che si è staccato dal branco di appartenenza per vivere da solo ed ha preferito la compagnia dell'uomo a quella dei suoi simili.

In Italia, attualmente, è l'unico esemplare di delfino solitario e socievole esistente; nel mondo, come Filippo, si contano pochi casi.

Primo contatto con l'uomo: 10 Settembre 1997.

Probabile primo avvistamento: precedente al 1997.

Si è stabilito nel Porto di Manfredonia dalla primavera del 1998. Filippo ha delimitato in modo naturale il suo territorio, nel quale caccia e gioca, è come se vivesse in un grande acquario, libero però di nuotare e di interagire con l'uomo.

Durante le prime ore del giorno si hanno maggiori possibilità di avvistarlo nei pressi del pontile della Lega Navale Italiana, magari in attesa di seguire l'imbarcazione di qualche diportista, oltre i limiti del porto. Al tramonto, invece, non è difficile avvistarlo nei pressi del molo di ponente mentre riposa galleggiando a prua dei mezzi navali della Guardia di Finanza.

La presenza del delfino Filippo nel Golfo di Manfredonia è sicuramente un evento eccezionale sia dal punto di vista scientifico che ambientalistico.

Il Comitato di tutela ha dato la piena disponibilità a collaborare con le diverse Forze di Polizia che svolgono la loro attività d'Istituto con i mezzi navali nel Golfo di Manfredonia.

Quadro a olio che raffigura Filippo,
dell'artista salernitano Giuseppe CALIFANO.
Nome comuneTursìope
SpecieTursiops
FamigliaDelfinidi
OrdineCetacei
SottordineOdontoceti
ClasseMammiferi
Sessomaschio adulto
Età stimata20/25 anni
Lunghezza3 metri
Pesocirca 280 Kg
Longevitàcirca 40 anni
Colorazione dorsogrigio sfumato dal dorso al fianco
Colorazione ventre e pettobianco
Immersionepiù di 100 metri
Apneacirca 8 minuti
Velocitàcirca 40 Km/h
Alimentazionepesci e cefalopodi
Dove viveporto di Manfredonia, porto industriale, miticoltura Delimar, zona Salinetri

Come e quando è nata l'amicizia tra l'uomo e il delfino Filippo.

La presenza del delfino Filippo nelle acque del Golfo di Manfredonia potrebbe risalire anche ad una data precedente all'anno 1997. In alcuni periodi dell'anno branchi di delfini vengono spesso avvistati sotto costa dai pescatori e dalle Forze di Polizia che svolgono solitamente l'attività d'Istituto con i mezzi navali nel Golfo di Manfredonia.

Alcuni testimoni affermano che spesso, anche precedentemente all'anno 1997, due delfini della specie Tursiops truncatus erano stati notati nel tratto di mare adiacente le coltivazioni di mitili della ex Salcomar.

Successivamente un delfino fu trovato morto, mentre l'unico superstite continuava a frequentare gli stessi luoghi. Il cetaceo alcune volte giocava, lasciandosi spingere dall'onda di prua prodotta dalle imbarcazioni che navigavano in quella zona e dopo un po' si allontanava.

Lo stesso comportamento questo delfino solitario lo manifestava nei confronti dei sub che erano intenti alla raccolta dei frutti di mare, dei quali, da una certa distanza (circa 400 metri), osservava le imbarcazioni ancorate.

Dopo alcuni mesi questa distanza si accorciava, 300 poi 200 metri e incominciava anche a nuotare intorno alle imbarcazioni; sembrava incuriosito, guardava i collaboratori dei sub rimasti sulle imbarcazioni e poi di nuovo andava via.

Trascorrevano giorni, settimane e il delfino si avvicinava sempre di più (150/100 metri), ma mai aveva tentato di avvicinarsi ad una qualsiasi imbarcazione. (*)

I sub, solo dopo alcuni mesi di tentate interazioni riuscivano finalmente a toccare questo curioso e diffidente delfino. La data presumibile di tale avvenimento, secondo alcuni potrebbe risalire al 10 di settembre 1997, secondo altri anche prima.

Ormai, il delfino conosceva l'ora, avvertiva i rumori dei motori fuoribordo dei motoscafi dei sub e a volte si faceva trovare fuori l'imboccatura del porto di Manfredonia; e così, giocando sull'onda di prua e sulla scia provocata dalle eliche delle imbarcazioni, a volte esibendosi con salti spettacolari, li accompagnava fino alla zona di pesca e ciò accadeva anche nel viaggio di ritorno.

La diffidenza iniziale come per incanto era svanita, il delfino incominciava a fidarsi dell'uomo. Per un certo periodo solo i sub e qualche loro amico sapevano della presenza nel nostro golfo di questo particolare delfino che aveva donato la sua amicizia agli esseri umani. Successivamente questo cetaceo veniva notato con frequenza dai pescatori, dai diportisti nautici, etc... e da questi pubblicizzato attraverso i giornali, internet e attivamente dal nostro sito.

Da quel momento per tutti divenne "il delfino Filippo", forse sulla scia dei films del mitico "Flipper". Un bel giorno Filippo decise di seguire i motoscafi dei suoi amici sub fino alla zona di ormeggio del Porto di Manfredonia dove dalla primavera del 1998 fissava la sua dimora.

Filippo, delfino solitario, con il passare del tempo donava la sua amicizia non solo ai sub, ma anche a tutti gli esseri umani che si mostravano interessati a lui.

Nel mese di Maggio del 1998, la presenza nelle acque del Golfo di Manfredonia di un delfino solitario e socievole, fu segnalata ad alcuni Istituti di Ricerca Cetacei.

Il dottor Giovanni Bearzi, membro del Consiglio Direttivo dell’Istituto Tethys di Venezia, rispose all’appello e definì tale presenza un evento di eccezionale importanza e una straordinaria opportunità di studio.

Dello stesso parere si dichiarò il dottor Giuseppe Notarbartolo, biologo marino e Presidente dell’I.C.R.A.M. (Istituto Centrale per la Ricerca Applicata al Mare). Entrambi consigliarono di divulgare tale notizia sia a livello Nazionale che Internazionale, per coinvolgere e interessare maggiormente le Istituzioni e le Associazioni Ambientalistiche e promuovere così un movimento di opinione finalizzato alla tutela del cetaceo e disse anche che "la popolarità del delfino Filippo se ben gestita potrebbe richiamare nella città di Manfredonia più turisti e diventare un’opportunità per lo sviluppo economico - scientifico della zona".

Quest’ultimo aspetto assumerebbe un’importanza fondamentale e creerebbe consensi non solo tra quei pescatori che dichiarano di subire danni alle loro reti da posta, ma anche tra i sub dediti alla raccolta dei mitili. Questi ultimi sostengono che in alcuni giorni sono disturbati dalla presenza del delfino che gira vorticosamente intorno a loro incuriosito da quel tipo di attività.

Noi auspichiamo che per Filippo, non accada come già è avvenuto altrove come in Irlanda per "Fungie", un altro delfino solitario e socievole che è stato strumentalizzato dall’uomo a tal punto da diventare un fenomeno da baraccone, perdendo spontaneità e libertà di interagire.

Il 12 agosto 1998 il dottor Bearzi, su invito di alcune associazioni nautiche venne a Manfredonia per verificare di persona il contesto ambientale in cui viveva Filippo. Uscì in barca per incontrare direttamente il delfino; avvistatolo, entrò in acqua e dopo breve tempo risalì in barca, ritenendo che il comportamento e le interazioni di Filippo con le persone fossero piuttosto vivaci. A seguito di queste constatazioni il dottor Bearzi consigliò di evitare contatti diretti in acqua con il cetaceo.

Alcuni delfinari avanzarono richieste al Comandante della Capitaneria di Porto di Manfredonia per catturare il delfino "Filippo" e trasferirlo in un acquario. I due ricercatori (dott. G. Bearzi e G. Notarbartolo) interpellati manifestarono il loro dissenso nei confronti di tali richieste, ritenendo che non fosse affatto sicuro che la prigionia potesse rappresentare un'alternativa migliore di quella attuale. Infatti, la casistica attesta la morte di diversi delfini in cattività. "I delfini, sono animali protetti dalla legge e hanno il diritto di vivere liberi. Il fatto che Filippo interagisca volentieri con l’uomo rappresenta solo un'opportunità da studiare e valorizzare".

I due ricercatori, infine, consigliarono di organizzare un servizio di sorveglianza e di attivare una serie di misure idonee affinché Filippo potesse continuare indisturbato la sua convivenza con l’uomo.

9 Settembre 2001: una giornata indimenticabile con i ragazzi dell'Associazione "Amici della Zizzi".

La Lega Navale Italiana sez. di Manfredonia e il Comitato per la tutela del delfino Filippo hanno avuto il piacere di esaudire il desiderio di un gruppo di ragazzi, ospiti di una casa-famiglia diretta dal dott. Riccardo Ripoli (www.sos-affido.it), che era quello di trascorrere alcuni momenti in compagnia del delfino di Manfredonia.

Il Comitato per la tutela del cetaceo, con la collaborazione di alcuni soci della citata Lega Navale, si è mobilitato per offrire a questi bambini una mattinata in compagnia di "Filippo".

Tutti insieme, dopo aver mollato gli ormeggi delle nostre imbarcazioni, siamo andati alla ricerca di Filippo; lo abbiamo subito avvistato nello spazio d'acqua all'esterno del molo di levante. Finalmente tutti i ragazzi potevano vedere e osservare nel suo ambiente naturale il delfino.

Abbiamo assistito a manifestazioni di gioia indescrivibili, non solo da parte dei ragazzi, ma anche del mammifero che con i suoi movimenti ed evoluzioni pareva che gradisse particolarmente la loro presenza.

A conclusione della giornata siamo rientrati in porto e abbiamo salutato il dott. Ripoli (responsabile dell'Associazione) e tutti ragazzi che componevano la sua grande "famiglia". E' stata una esperienza indimenticabile perché, grazie alla presenza di Filippo, siamo riusciti a donare a questi ragazzi alcuni momenti di gioia e di serenità.

Un’associazione nautica avviò una campagna di sensibilizzazione "UN DELFINO PER AMICO" con la consulenza scientifica dell’Istituto Tethys , patrocinata dall’Amministrazione Provinciale di Foggia, con lo scopo di coinvolgere maggiormente le autorità competenti e richiamare l’attenzione dei mass-media nazionali sul "caso Filippo". La suddetta iniziativa forse contribuì ad evitare la cattura e il trasferimento di Filippo in un delfinario e diede impulso ad un movimento di opinione.

Visitando alcuni siti Internet, abbiamo potuto constatare che ci sono persone che ostentano un amore immenso per il delfino Filippo.

Costoro, pur volendo farsi interpreti di una corretta informazione, riportando le norme di comportamento da adottare in presenza del cetaceo, si contraddicono quando presentano, negli stessi siti, modelli di comportamento non certo conformi alle norme e ai consigli tanto divulgati dagli Istituti di Ricerca.

Ci riferiamo a delle immagini che ritraggono l'uomo mentre fa il bagno con il delfino e che cerca affannosamente di giocare, senza considerare che si tratta di un animale selvatico, anche se dimostra una certa socievolezza.

I ricercatori, infatti, consigliano di evitare qualsiasi contatto fisico con il mammifero poichè eventuali incidenti finirebbero solo per criminalizzare il delfino Filippo.

Non sarebbe meglio osservare tranquillamente il delfino di Manfredonia da una imbarcazione, tenendo così un comportamento più rispettoso nei suoi confronti e più sicuro per l'incolumità delle persone?

Filippo ha un bellissimo rapporto con i bambini.

Il delfino di Manfredonia dimostra con il suo comportamento di gradire la loro presenza.

Infatti, i bambini tutte le volte che lo avvistano lo chiamano a gran voce e applaudono. Filippo risponde quasi sempre a quei richiami e si avvicina loro compiendo varie evoluzioni.

7 Giugno 2001:
Progetto Manfredonia e il mare

Giornata conclusiva del Progetto organizzato dalla LNI, sezione di Manfredonia, e dal centro giovanile ARV, con il patrocinio dell'Amministrazione comunale di Manfredonia.

Gli alunni del II circolo didattico "San Giovanni Bosco" chiedono ufficialmente al Sindaco di Manfredonia, Avv. Paolo Campo, di adottare il delfino Filippo.

Luglio 1998
La Lega Navale Italiana sezione di Manfredonia nel luglio del 1998, su invito dell’Istituto di Ricerca Tethys, accettò di intraprendere un rapporto di collaborazione finalizzato ad una ricerca scientifica sul delfino di Manfredonia.

Alcuni soci della suddetta sezione della LNI e il sub Lino Sdanga contribuirono fattivamente alla raccolta dei dati per la ricerca fornendo alla studentessa notizie, foto e filmati riguardanti il delfino Filippo. La sezione della LNI di Manfredonia assicurò inoltre la disponibilità delle strutture e l’utilizzo di un gommone per le uscite in mare.

Settembre 1998
L'Istituto di Ricerca Tethys di Milano, ritenendo che, la presenza del delfino Filippo nel Golfo di Manfredonia costituisse un'opportunità scientifica da non perdere, coinvolgeva per la ricerca una studentessa di Biologia dell'Università di Milano, che nell'ambito di un progetto di tesi, era interessata alla raccolta di dati riguardanti l'aspetto comportamentale del cetaceo in superficie.

Le osservazioni sono state condotte sia da terra che in mare senza l'ausilio di alcuna strumentazione.

Tale studio, quando sarà ultimato, dovrebbe consentire ai ricercatori di comprendere meglio alcuni aspetti comportamentali del delfino Filippo, mettendoli anche in relazione con quelli di altri tursiopi studiati in altre zone del Mediterraneo.

RAPPORTO DI COLLABORAZIONE TRA L'ISTITUTO TETHYS E IL DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA AMBIENTALE DELL'UNIVERSITA' DI SIENA

Ottobre 1998: analisi tossicologiche e genetiche.
Dal mese d'ottobre 1998, in più occasioni, alcuni ricercatori del Dipartimento di Biologia Ambientale dell'Università di Siena, hanno effettuato su Filippo delle biopsie periodiche (prelievi di campioni di epidermide e grasso), al fine di condurre uno studio per la valutazione dei meccanismi di accumulo e di detossificazione di sostanze (come i bifenili policlorurati) nei mammiferi marini.

Il dott. G. Bearzi in una sua comunicazione ci metteva al corrente che i ricercatori dell'Università di Siena,(dr. Letizia Marsili e dr. Gianni Neri), per la prima volta al mondo, erano riusciti in laboratorio a sviluppare un metodo per far crescere colture cellulari, partendo da poche cellule prelevate dai cetacei in natura.

Il primo tursiope al mondo che ha consentito di raggiungere quest'importante risultato è stato proprio il delfino Filippo.

Aprile 2000 : Congresso Annuale dell'European Cetacean Society.
I risultati preliminari dello studio comportamentale in superficie effettuato sul delfino Filippo, sono stati presentati dal dr. Giovanni Bearzi (presidente dell'Istituto Tethys di Milano) e da G. Barbieri, al Congresso Annuale dell'European Cetacean Society, tenutosi a Cork (Irlanda).

Febbraio 2001: la telemetria applicata allo studio del comportamento del tursiope solitario"Filippo".
Alcuni ricercatori e collaboratori dell'Istituto Tethys propongono alla Lega Navale Italiana sez. di Manfredonia e al Comitato pro-Filippo, un interessante progetto di ricerca per uno studio pilota sul comportamento in immersione del delfino Filippo, utilizzando tecnologie avanzate non invasive mai realizzate in Europa sui tursiopi.

Il proposal s'intitola " LA TELEMETRIA APPLICATA ALLO STUDIO DEL COMPORTAMENTO DEL TURSIOPE SOLITARIO "FILIPPO".

Il progetto prevede l'applicazione sul dorso del delfino Filippo un V-TDR (velocità-time-depth-recorder) e una trasmittente. Tale strumentazione consentirebbe ai ricercatori del Tethys di registrare e raccogliere informazioni importanti sul comportamento in immersione del delfino Filippo.

Purtroppo, la natura non profit dello stesso Istituto e della Lega Navale Italiana sez. di Manfredonia, non ha reso attuabile il suddetto progetto, perché necessita di un adeguato finanziamento per la sua realizzazione.

La L.N.I sez. di Manfredonia e il Comitato per la tutela del delfino Filippo, si sono subito attivati per sollecitare e chiedere alle varie Istituzioni ed Enti (Comune, Provincia, Regione, Ente Parco, Ministeri vari, ecc…), un loro intervento per la relativa copertura finanziaria.

Estate 2002: aumentata la presenza ed i passaggi di branchi di stenelle, tursiopi e tartarughe.
Il nostro golfo da sempre ospita alcune specie di delfini, ma quest'anno in particolare si è registrato un notevole incremento delle presenze e dei passaggi di branchi di stenelle, tursiopi e tartarughe.

Le foto pubblicate sono una piccolissima selezione delle centinaia e centinaia di fotografie di Filippo (giochi, abitudini, comportamenti, rapporti con l'uomo, ecc...) che il prof. G. Simone ha raccolto in questi anni di osservazione del delfino Filippo.

Manfredonia: 23/09/2001
Filippo è un delfino solitario e socievole. Si è staccato dal branco preferendo la compagnia dell'uomo a quella dei suoi simili. Da più di quattro anni vive nel Golfo di Manfredonia e ha fatto del porto la sua dimora.

Le condizioni generali del cetaceo non destano preoccupazioni, però, a nostro modesto parere, sarebbe necessario un monitoraggio, per verificare il suo stato di salute. Prima che sia troppo tardi!

Spesso si notano, sul corpo del delfino Filippo, ferite, abrasioni varie, bolle di natura incerta sul dorso. Alcune è lo stesso Filippo che se le procura, mentre caccia alla ricerca di cibo, altre forse sono procurate dall'Uomo.

Per questo Filippo necessita di un'assistenza medica. Vivendo nel porto, dove è evidente l'azione antropica, le stesse ferite potrebbero peggiorare e infettarsi.

Il Comitato per la Tutela del delfino Filippo rivolge un accorato appello a quanti amano gli animali e il delfino Filippo.

L'appello è rivolto, in particolare, a veterinari e ad esperti in Biologia marina, a che si possa:
• verificare la natura delle varie ferite;
• valutare e tenere sotto costante osservazione lo stato di salute di Filippo;
• intervenire in caso di necessità.

Il Comitato si rende disponibile a collaborare con quanti, ricercatori ed esperti, vorranno offrire volontariamente la propria opera di consulenza medica e scientifica.

Il Comitato teme che Filippo, delfino popolare e famoso in tutto il mondo, come succede per tutte le cose belle, possa essere dimenticato!

Il Presidente del Comitato
di Tutela del delfino Filippo
(Giovanni Simone)

IL PRESIDENTE della L.N.I.
sezione di Manfredonia
(Ugo Trinastich)

Non sarebbe il caso di istituire un centro di osservazione del fenomeno sotto l'egida di qualificati istituti di ricerca che potrebbero avvalersi della disponibilità e collaborazione del Comitato di tutela el delfino Filippo?

Alcuni diportisti con le loro imbarcazioni vanno alla ricerca del delfino Filippo e per attirare la sua attenzione, si prodigano con ogni mezzo (urla, lanci di palloni, parabordi, ecc...) per indurre il delfino a nuotare nella scia delle barche. Costoro per farsi notare dalle persone e dagli amici, si avvicinano alcune volte alle zone frequentate dai bagnanti, provocando spesso situazioni di panico.

Premessa l'Ordinanza emanata e divulgata dalla Capitaneria di Porto di Manfredonia e già evidenziate da apposito link che vieta, tra l'altro, simili comportamenti, i seguenti consigli potrebbero essere utili a tutti coloro che dovessero incontrare improvvisamente il delfino Filippo durante una nuotata.

Si consiglia:
• Di ritardare l'entrata in acqua, aspettare che si allontani, se il delfino è nelle vicinanze.
• Di non lasciarsi prendere dal panico, di rimanere immobili, di non mostrare disponibilità a volersi intrattenere con lui, se mentre si nuota, il delfino si dovesse avvicinare.
• Di non andare incontro, ma cambiare lentamente direzione ed evitate di guardarlo. Lo sguardo fisso nei suoi occhi potrebbe essere inteso dal delfino come un segnale di sfida.
• Di evitare di accarezzarlo, altrimenti si potrebbe essere obbligati ad interagire con lui. La mole, i suoi movimenti potrebbero involontariamente fare sorgere situazioni di panico e di pericolo per l'uomo.

Il delfino Filippo è un animale selvatico e potrebbe manifestare comportamenti imprevedibili, perciò va sempre trattato con rispetto e cautela.

Ordinanza n°1 Ordinanza n°2

Il Calendario “Manfredonia d’amare” è un doveroso ed affettuoso ringraziamento ai miei genitori che mi hanno trasmesso un amore immenso per questa città; un sentimento profondo verso questa magnifica creatura, voluta da Re Manfredi, che mi spinge a ricordare e difendere quel patrimonio di civiltà ed umanità dei nostri avi, che spesso sembra cadere nell’oblio.

In questa ottica come coordinatore del Comitato cittadino per la realizzazione del “Museo del Mare e delle Tradizioni Marinare”, in data 16 dicembre 2003, ho presentato, al Sindaco di Manfredonia, un’ istanza sottoscritta da circa tremila concittadini e condivisa da numerose Associazioni e Istituzioni. Nel progetto di questa struttura museale è previsto oltre all’esposizione di reperti marinari di grande valore storico, la possibilità di sviluppare attività didattico-culturali, scientifiche e artistiche.

Il Comitato ha proposto come sede più idonea quella del vecchio mercato ittico.

Le fotografie presentate nel calendario non hanno subito alcuna manipolazione digitale e sono state prodotte proprio nel periodo dell’anno a cui si riferiscono, proposte rappresentando i tempi in cui sono state prodotte.

Il primo piano del delfino Filippo che compare nell’illustrazione fotografica del mese di aprile assume un significato ben preciso: è una foto scattata nell’ottobre del 1998, periodo nel quale il magnifico ed intelligentissimo cetaceo stabilisce la sua dimora nel porto di Manfredonia.

La foto che compare nel mese di Agosto è stata prodotta qualche giorno prima della sua tragica morte; quel balzo fuori dal mare è il compendio dei tanti momenti felici ed indimenticabili che Filippo mi ha donato e ripropone, alla memoria di chi lo ricorda con nostalgia infinita, la sua eccezionale presenza.

La fotografia che viene proposta nel mese di Settembre si riferisce al delfino Andrea, amico di giochi per poco tempo di Filippo; vederli balzare fuori dalle onde con incredibile energia esibendosi in balletti sincronizzati e ludiche evoluzioni era un meraviglioso spettacolo di libertà e grande allegria.

Da circa otto mesi non vedo Andrea che sicuramente era stato “educato”, dal meraviglioso Filippo, ad interagire con l’uomo e ad amarlo; spero che ricompaia al più presto per riproporre, quella immagine di pace e di libertà e quel sentimento di armonioso rapporto con la Natura, a tutti coloro che amano questi splendidi ed intelligentissimi animali.

I delfini da tempi remoti sono capaci di manifestare sentimenti altruisti salvando gli uomini in gravi difficoltà o da imminenti pericoli.

L’ultimo episodio è del novembre 2004; nel mare di Nuova Zelanda, per circa quaranta minuti, un gruppo di delfini ha protetto e guidato verso la spiaggia alcuni bagnanti attaccati da uno squalo bianco. Questo calendario, da me fortemente voluto, è stato realizzato con il contributo assai prezioso dell’artista Maria Pia Troiano, autrice tra l’altro della poesia riportata sulla prima pagina e della SOMA, che ha curato la realizzazione grafica, ai quali mi lega il comune amore verso la nostra città ed il nostro mare.

A loro e al sig. Giuseppe Cosentino, proprietario dell’omonima Gioielleria che ha sponsorizzato il calendario, va il mio sentito grazie di cuore.

Giovanni Simone - Maggio 2005

Dopo nove mesi ancora ignoti i risultati dell'autopsia. I manfredoniani vogliono le sue spoglie, attualmente a Bari e già richieste da numerosi altri musei italiani.

Clementina Aloè

Sono trascorsi quasi nove mesi dalla tragica scomparsa del delfino Filippo, eppure il leggendario cetaceo del Golfo di Manfredonia continua a far parlare di sé ed il suo ricordo è ben vivo nel cuore di quanti l’hanno amato. Anche le ricerche scientifiche non si sono fermate e studiosi da tutto il mondo proseguono l’analisi delle abitudini di questo animale che, contro le regole della propria specie, aveva scelto di condurre vita solitaria nelle acque sipontine.

Lo scorso 27 aprile addirittura una tesi di laurea su Filippo è stata discussa presso la facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari. La candidata barese Clementina Aloè, supportata dal relatore professore Angelo Quaranta, Fisiologo Veterinario, ha presentato un’analisi comparativa tra il repertorio di whistle (suoni emessi dai delfini, ndr) di un individuo solitario in ambiente naturale e di gruppi sociali in ambiente controllato. Ad essere preso in esame proprio il delfino solitario di Manfredonia.

Un lavoro interessante dal punto di vista scientifico, tanto che oltre al 110 e lode la candidata ha ricevuto una menzione di merito da parte del del preside della facoltà, prof. C. Buonavoglia. Ad aiutare la neodottoressa Clementina Aloè, il maggiore conoscitore ed estimatore di Filippo, il professor Giovanni Simone, che attualmente sta collaborando anche in altre quattro tesi sempre sul tursiope solitario.

Ed è proprio Giovanni Simone, componente dell’ex comitato a tutela del delfino Filippo, che racconta: “Sono ancora centinaia le email che mi giungono. Studiosi, ma anche semplici curiosi mi scrivono esprimendo il proprio rammarico per l’accaduto e chiedendo di conoscere l’esito degli esami autoptici eseguiti dal professor Nicola Zizzo sul corpo straziato del povero delfino Filippo”.

Dopo quasi un anno, quindi, sono ancora ignote le cause, probabilmente dolose, che hanno decretato la fine di una splendida favola nel Golfo sipontino. “A tutti rispondo ¬ continua Simone - che l’esito delle indagini condotte dal magistrato Gabriella Tavano della Procura di Foggia non è ancora stato reso noto”.

Giovanni Simone lancia inoltre un allarme: “Giace ancora a Bari lo scheletro di Filippo e sono numerosi in Italia i musei che ne hanno fatto richiesta. L’ex assessore all’ambiente Giuseppe Guidone si era impegnato formalmente a recuperare le spoglie di Filippo ed a riportarle a Manfredonia. Spero che chi di competenza nella nuova amministrazione prenda a cuore questa faccenda, poiché riavere lo scheletro è importante sia dal punto di vista emotivo, dal momento che Filippo fa ormai parte della storia di Manfredonia, sia dal punto di vista scientifico, poiché lo scheletro è ancora oggetto di studi da parte degli esperti”.

Il professor Simone aggiunge, quindi, che lo scheletro sarebbe ospitato in una sezione dell'istituendo Museo del mare, che verrebbe quindi dedicata all'amato animale.

Maria Teresa Valente - 30 aprile 2005
Fonte: manfredonia.net

"Non dimentichiamo Filippo!". L'accorato appello del professor Giovanni Simone al primo cittadino.

Il professor Giovanni Simone non si arrende e scrive una lettera al sindaco Paolo Campo affinché il delfino Filippo non cada nel dimenticatoio.

“Nel sito web da me dedicato a Filippo (www.ildelfinofilippo.org) giungono ancora numerose email che testimoniano un vivo interessamento nei confronti del cetaceo, non solo da parte di gente comune e studiosi ma anche da siti internet nazionali ed esteri”, spiega Simone, uno dei più grandi estimatori del cetaceo scomparso il 6 agosto e diventato in vita una vera e propria leggenda nel Golfo di Manfredonia.

“Tutti chiedono informazioni e sono interessati a conoscere gli esiti conclusivi dell’esame autoptico condotto dal professor Nicola Zizzo sul corpo straziato di Filippo all’indomani della sua uccisione – prosegue Giovanni Simone - I manfredoniani, inoltre, richiedono a gran voce che l’apparato scheletrico del nostro Filippo, attualmente a Bari, possa far ritorno in città prima che altri musei italiani, che ne hanno già fatto richiesta, se ne approprino”.

Il professor Simone appare a questo proposito molto preoccupato e ricorda che all’indomani della scomparsa del cetaceo fu proprio l’amministrazione ad impegnarsi per attivare le opportune procedure sia per reperire la copertura finanziaria per il trattamento dell’apparato scheletrico e sia per il successivo trasferimento a Manfredonia.

Nella lettera al sindaco chiede inoltre a nome del Comitato per la tutela del delfino Filippo e in qualità di coordinatore del Comitato Cittadino pro-Museo del Mare a Manfredonia “di adoperarsi” affinché le spoglie di Filippo possano tornare dove “aveva scelto di vivere liberamente e aveva concesso a tante persone emozioni, ed esperienze indimenticabili”.

Simone conclude la missiva con un vero e proprio appello: “Confido pienamente nella sua sensibilità e sicuro che si adopererà per non deludere le aspettative di tanta gente che amerebbe ricordare e tramandare nella nostra storia la favola del delfino Filippo ormai diventata leggenda e nello stesso tempo mostrare al mondo intero quale felice rapporto avesse instaurato con i sipontini”.

Maria Teresa Valente - 10 maggio 2005
Fonte: manfredonia.net

Si svolgerà il 2 Gennaio 2005 presso la Lega Navale Italiana sezione di Manfredonia (Sala Convegni in Viale Miramare, 6) un torneo di scacchi Patrocinato dal Comune di Manfredonia: “Open Internazionale Semilampo Città di Manfredonia e Torneo giovanile U16” intitolato ‘1° Memorial delfino Filippo’.

I sottoscritti Gramazio Gaetano e Francesco Rinaldi, hanno colto l’occasione per realizzare una manifestazione che non fosse solo sportiva, ma anche una palese dimostrazione che Manfredonia non è insensibile e sorda rispetto alla valorizzazione e difesa dell’habitat marino.

Dopo la morte del delfino Filippo, noi giovani abbiamo sentito la necessità di reagire, per dare una testimonianza chiara d’intenti e di volontà nel difendere “il Mare Nostrum” come dicevano gli antichi romani.

La scomparsa tragica del delfino non deve cadere nel dimenticatoio, ma anzi deve essere sprono per noi tutti a non demordere e a tutelare la flora e la fauna marina del nostro meraviglioso territorio.

In concomitanza dell’evento sportivo, saranno esposte, all’interno del locale sede di gioco, alcune immagini fotografiche riguardanti il delfino Filippo ed inoltre prima della cerimonia di premiazione del torneo verrà proiettato un filmato in ricordo del delfino stesso.

Desideriamo ringraziare il Comune di Manfredonia, la Lega Navale Italiana sezione di Manfredonia, il Comitato per la tutela e la difesa del delfino Filippo, il Comitato Regionale Puglia Scacchi e gli sponsor: S.C.A Consulenza Assicurativa, Teknorama, Multisystem srl, Autofficina Tomaiuolo Matteo, Centro Elettronico”U Maresciall”, Cantiere Navale Berardinetti, che hanno contribuito in maniera proficua al buon esito della manifestazione e per l’aiuto fornitoci.

Un ulteriore ringraziamento va a Maria Pia Troiano per aver ideato, progettato e realizzato un logo apposito per tale manifestazione, in cui si evidenzia l’amore reciproco tra il delfino Filippo e la nostra città.

La presenza del pubblico sarà limitata in base alla capienza della sala stessa e solo prima dell’inizio della gara.

Si fa presente, visto il tipo di manifestazione sportiva, che è richiesto massimo silenzio del pubblico presente durante le fasi di gioco per consentire la concentrazione ai giocatori.

Il termine delle iscrizioni è fissato per il 02 Gennaio 2005 alle ore 9.30
Per informazioni, iscrizioni, premi e regolamento della gara visitare il sito www.pugliascacchi.it
Gli organizzatori del torneo
Gramazio Gaetano e Rinaldi Francesco

Un torneo di scacchi dedicato alla mascotte di Manfredonia. Un'occasione di svago, ma anche di riflessione.

Si è svolto il 2 Gennaio a Manfredonia presso la sala convegni della Lega Navale Italiana sezione di Manfredonia un torneo internazionale semilampo di scacchi intitolato "1° Memorial delfino Filippo".

L'iniziativa è partita da due giovani manfredoniani, Gramazio Gaetano e Rinaldi Francesco, che hanno sentito la necessità di porre l'accento sulla scomparsa del delfino Filippo, affinchè la sua morte non cada nel dimenticatoio.

Coadiuvati dal professor Giovanni Simone del Comitato per la tutela e la difesa del delfino Filippo, e grazie anche alla disponibilità della Lega Navale Italina sezione di Manfredonia, si è riusciti a realizzare un evento sportivo di portata nazionale.

I 42 partecipanti, infatti, sono giunti da diverse parti d’Italia. Il vincitore della manifestazione sportiva è stato il brillante candidato maestro di Manfredonia Ferri Stefano. Comunque altri esponenti sipontini dell’elegante gioco si sono classificati nelle primissime posizioni, a tal proposito va ricordato il terzo posto del candidato maestro di Manfredonia Agricola Michele.

Insieme al torneo principale semilampo, si è svolto anche un torneo U16 che ha visto la partecipazione delle future promesse dello scacchismo italiano. Il torneo U16 era valido per la qualificazione al Campionato Italiano Assoluto U16 che si svolgerà prossimamente a Cortina D'Ampezzo.

Alla premiazione, durante la quale è stato proiettao un filmato inedito sul delfino Filippo, erano presenti l’Assessore alla Cultura del Comune di Manfredonia Antonio Prencipe, il Presidente della Lega Navale Italiana sezione di Manfredonia Lorenzo di Candia e Giovanni Simone, responsabile del Comitato per la tutela del delfino Filippo che si è sempre battuto per la salvaguardia del tursiope. Simone ha colto l’occasione per invitare il Presidente della Lega Navale di Manfredonia a farsi promotore per la costituzione di un’associazione scacchistica intitolata a Filippo.

Maria Teresa Valente
fonte: manfredonia.net

Un giovane tursiope, di circa tre anni, probabilmente di sesso femminile e di circa metri 1,80 di lunghezza.

Il primo avvistamento del delfino Andrea nel golfo di Manfredonia risale all’estate 2003.

È stato da noi chiamato Andrea per due motivi:
1) S. Andrea è il santo protettore dei pescatori sipontini;
2) non conoscendo il sesso, il suddetto nome poteva essere usato sia al maschile e sia al femminile.

É dalla fine di settembre 2004 che non abbiamo piú notato la presenza del delfino Andrea nelle acque antistanti il porto di Manfredonia, prima lo incontravamo tutti i giorni.

Già in altre occasioni il cetaceo non è stato avvistato per periodi di tempo anche abbastanza lunghi.

Ci auguriamo che il tursiope non abbia deciso di allontanarsi definitivamente e con questa speranza di poterlo rivedere al più presto.

Giovanni Simone