Oggi, 22 aprile 2014, decine di milioni di persone in 175 paesi celebrano la Giornata della Terra. E’ il quarantaquattresimo anniversario di questa ricorrenza che di anno in anno è diventata sempre più rilevante. Come e perché tutto nacque

di John Roach

Giornata della Terra

Persone che rovistano nei sacchi di immondizia in cerca di materiali riciclabili come pla

stica,

alluminio e cartone, in occasione della Giornata della Terra 2013. Fotografia di AFLAC VIA ASSOCIATED PRESS
La prima Giornata della Terra si svolse nel 1970, quando venti milioni di cittadini statunitensi – circa uno su dieci –  scesero in piazza per portare all’attenzione del governo la questione ambientale; secondo alcuni questa manifestazione decretò la nascita del movimento ambientalista

“Quell’esperienza mi aprì gli occhi”, racconta Gina McCarthy, amministratore della EnvironmentalProtection Agency (EPA) degli Stati Uniti, che al tempo delle manifestazioni di quella prima Giornata della Terra era, a suo dire, una teen-ager concentrata solo su se stessa.

“La gente non solo cercava di influenzare le decisioni del governo sulla guerra in Vietnam”, ricorda, “ma cominciava a focalizzare la propria attenzione anche su temi come l’inquinamento atmosferico e la contaminazione della terra, e a pretendere un intervento politico su questo”.

“Allora – continua – il degrado ambientale era palese: fabbriche che, legalmente, sputavano in aria nubi nere di inquinanti e scaricavano nei fiumi rifiuti tossici.

“Ricordo l’immagine del fiume Cuyahoga a fuoco”, dice, riferendosi al corso d’acqua dell’Ohio intasato

di detriti, olii, liquami, rifiuti industriali e scarichi che il 22 giugno del 1969 andarono letteralmente a fuoco, richiamando su di sé l’attenzione del paese”.

Nonostante la rabbia crescente di alcuni politici per la mancanza di leggi e meccanismi regolatori contro l’inquinamento ambientale, questi temi erano assenti dall’agenda politica degli Stati Uniti.

Una partenza elettrizzante

Questa scarsa attenzione esasperò il senatore del Wisconsin Gaylord Nelson, le cui campagne in difesa dell’ambiente condotte negli anni Sessanta erano state un fallimento.

Nel 1969 Nelson ebbe l’idea di organizzare una protesta a tutela dell’ambiente modellata sulle manifestazioni organizzate contro la guerra in Vietnam.

“Fu un successo elettrizzante. Da tutto il paese arrivarono in massa telegrammi, lettere e telefonate”, raccontava Nelson poco prima della sua morte, che lo colse nel 2005 all’età 89 anni. “Gli americani, finalmente, avevano un forum per esprimere la propria preoccupazione su quello che stava succedendo alla terra, ai fiumi, ai laghi, all’aria; la partecipazione fu entusiasta”.

Nelson ingaggiò l’attivista Denis Hayes per organizzare la manifestazione del 22 aprile 1970, a cui oggi alcuni attribuiscono l’inizio del moderno movimento ambientalista.

Alla fine del 1970 venne fondata l’ EnvironmentalProtection Agency degli Stati Uniti (EPA) e gli sforzi per migliorare la qualità di acqua e aria cominciarono a trovare spazio nell’agenda politica.

A detta della presidentessa dell’Earth Day Network di Washington D.C., Kathleen Rogers, “Quello che successe fu davvero incredibile. I muri, semplicemente, crollarono”.

L’evoluzione

Fin dal primo Earth Day, l’ambientalismo si è evoluto da questione di nicchia a preoccupazione diffusa nell’intera popolazione, raccontava a National Geographic nel 2010 AmyCassara, allora associata del World ResourcesInstitute di Washington, D.C.. E aggiungeva che “l’ottanta per cento degli americani si definisce ambientalista”.

I problemi ambientali attuali, però, sono meno evidenti rispetto all’aria sporca, all’acqua inquinata e al buco nello strato di ozono di allora. Per esempio, gli effetti del cambiamento climatico globale sono concetti astratti e difficili da spiegare “senza passare per funesti predicatori dell’apocalisse”.

Secondo Cassara, “Mano a mano che diventiamo più industrializzati e i cicli dei nostri approvvigionamenti diventano sempre meno trasparenti, è sempre più difficile capire le conseguenze delle nostre azioni sull’ambiente”.

McCarthy è impegnata in una nuova battaglia per tutelare gli americani dalle minacce ambientali moderne come il cambiamento climatico globale, che ha definito “uno dei più significativi, se non il più significativo, problema di salute pubblica del nostro tempo”.

Come direttrice dell’EPA, è incaricata di dare attuazione a buona parte del controverso piano di azione sul clima del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Per esempio, alla definizione degli standard di inquinamento di carbonio per centrali elettriche, nuove o già esistenti, che secondo l’agenzia contribuiranno a proteggere milioni di americani dai pericoli del riscaldamento globale.

Potere dal basso

Chi milita nei movimenti ambientalisti attuali, sottolinea McCarthy, dovrebbe ricordare il potere dell’attivismo dal basso che rese possibile la prima Giornata della Terra nel 1970.

“Non era tanto la richiesta di un intervento nazionale, quanto la richiesta di impegno da parte dei singoli cittadini, perché questo avrebbe spinto poi il governo ad agire”, dice.

McCarthy è molto attenta ad ascoltare la molteplicità di voci di comunità di minoranza e più disagiate economicamente, che sono molto più vulnerabili ai pericoli dell’inquinamento ambientale. “Su questo tema abbiamo bisogno che tutti si esprimano”.

Anche se restano ancora problemi enormi, sottolinea McCarthy, l’impatto della prima Giornata della Terra è stato profondo. Da allora, l’aria e l’acqua negli Stati Uniti sono diventate molto più pulite, e il piombo è sparito dalla benzina, a fronte di una produzione economica più che raddoppiata.

“Davvero tutto è cominciato con la Giornata della Terra”, dice, “e con la sua capacità di creare un movimento a livello popolare che chiedeva di pensare anche alla salute delle persone, mentre l’economia continuava a crescere”.

 

Fonte. National  Geographic   Italia