Recital “Briciole di antiche memorie”

Pubblicato il: 23 mag 2008 - Da Webmaster

Nel mare le nostre radici

E’ il punto di vista della Scuola Perotto sui rapporti tra la nostra città e il mare.

La nostra città soffre di una curiosa sindrome: pur essendo una città marinara a tutti gli effetti, non dà il giusto valore a quella cultura del mare che è l’humus in cui affondano le nostre radici. Occorre quindi riscoprire e valorizzare al massimo quelle tradizioni, quei valori che possono fornire, oltre che strumenti di interpretazione della attuale società, anche punti di riferimento ai nostri ragazzi e prospettive di lavoro futuro con la riscoperta di mestieri quasi dimenticati. E’compito della scuola ricostruire spaccati della vita dei pescatori di un tempo, far rivivere ai ragazzi la fatica, i pericoli della vita in mare, l’attaccamento alla famiglia, il rispetto e l’amore della natura, di quegli uomini e quelle donne che tanta parte hanno avuto nella storia della nostra città. E quale strumento migliore del teatro per ricostruire qualche spaccato di quelle umili vite?

Così ci dice la Preside della Scuola Media “Perotto”, prof.ssa Maria Angela Sinigaglia, a cui abbiamo chiesto un commento sul recital “Briciole di antiche memorie” tenutosi nel Teatro Comunale “Perotto” il 22 maggio. Lo spettacolo, realizzato dalle docenti Angela Colella, Lina Palena, Raffaella Rogato, e Lella Trigiani, che ha curato le coreografie,  ha voluto mostrare alcuni momenti  di vita dei pescatori d’un tempo, vita intessuta di gioie e dolori ma sempre autentica e spontanea.

I ragazzi hanno esplorato il tessuto socio-culturale della loro terra soffermandosi sul rapporto intimo e indissolubile della comunità locale con il mare  e in particolare sulla vita e il lavoro dei pescatori: un viaggio che ha permesso loro di scoprire quel che c’è dietro le lunghe giornate dei pescatori e dietro le fatiche di un mestiere difficile e il mondo di storie reali miste a favole e leggende che ancor oggi, come nel passato, continuano a suscitare emozioni e stupore.

Gli studenti hanno raccolto poesie e canti della tradizione locale, hanno fatto interviste e ascoltato racconti dalla viva voce dei vecchi pescatori: “uomini semplici –sottolineano – che del lavoro hanno fatto il fine della loro vita e che proprio grazie ad esso sono riusciti a scrivere pagine della storia di Manfredonia che ne mare affonda le proprie radici”.

L’itinerario didattico-educativo è approdato alla messa in scena di due racconti. Il primo, intitolato “La tempesta” di Vincenzo Valente, narra l’appassionante e drammatica storia di un padre e un figlio che perdono la vita durante una violenta burrasca.

Il secondo, “Pesca miracolosa”, tratto da un racconto di vita di un vecchio pescatore e rielaborato dai ragazzi, offre invece una visione gioiosa della vita dei pescatori: il mare grande benefattore, risorsa preziosa che dà sostentamento tuttora a molti sipontini.

L’input per la realizzazione del lavoro è venuto dall’Associazione “Centro Cultura del Mare”, nella persona del suo solerte animatore, il Prof. Giovanni Simone, che insieme al Dott. Renato Sammarco, Presidente del Lions Club di Manfredonia, si sono posti l’obiettivo di far rivivere la cultura del mare, un po’ caduta nel dimenticatoio nella nostra città.

Ed ecco molteplici iniziative, da un pregevole convegno, tenutosi a Manfredonia nel dicembre scorso, all’ambizioso progetto di realizzare, si spera in tempi brevi, un museo del mare. Simone si dice entusiasta del lavoro che hanno svolto i ragazzi e le loro insegnanti. Sono rimasto commosso dal coinvolgimento, dal modo in cui questi ragazzi hanno interpretato racconti, poesie, canti  di un tempo ormai lontano. Mi auguro, aggiunge, che la scuola possa fare da traino anche per la riscoperta di mestieri quasi dimenticati, come la costruzione di barche in legno, che un tempo rappresentava un fiore all’occhiello dell’artigianato sipontino e che, purtroppo, sta pian piano scomparendo. Da questa considerazione è nato il desiderio di dare un riconoscimento, per il tramite della scuola Perotto, a chi ha dedicato la vita a quest’arte, il quasi centenario mastro d’ascia, Mario Barbone, a cui è stata consegnata, al termine della rappresentazione, una pergamena con una poesia a lui dedicata dal poeta manfredoniano Giuseppe Palomba. Una manifestazione ricca di spunti, quindi, non solo storici ma anche etici, sociali ed economici, che ci auguriamo possa offrire motivo di riflessione ai nostri ragazzi e agli adulti della nostra città, conclude la Preside Sinigaglia.

Le Insegnanti della Scuola Media Perotto