“IL PIANO DI GESTIONE SEGNALA SULL’AREA INTERESSATA DAL PROGETTO PROPOSTO DALLA ENERGAS LA PRESENZA DI UN HABITAT DI INTERESSE PRIORITARIO PER L’UE”

“Senza contare che all’interno del SIC-ZPS non è consentito trasformare, danneggiare e alterare gli habitat d’interesse comunitario”
Manfredonia – INTERVENTO del WWF e del Centro Studi Naturalistici di Foggia contro il progetto di un deposito costiero di GPL nel comune di Manfredonia della Ditta Energas S.p.A.
Le due Associazioni hanno indirizzato un circostanziato documento al sindaco del Comune di Manfredonia, all’Ufficio Parchi della Regione Puglia e per conoscenza alla Commissione di Valutazione Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente e al Parco del Gargano nel quale si invita l’Amministrazione comunale di Manfredonia ad integrare in autotutela il Certificato di Destinazione Urbanistica (CDU) rilasciato alla Energas per i terreni interessati dal progetto in quanto privo di alcune fondamentali informazioni. Nel documento WWF e CSN ricordano, infatti, che nell’area dove si vuole realizzare il deposito GPL sono presenti il SIC “Valloni e Steppe pedegarganiche” e la ZPS “Promontorio del Gargano”. Sempre per lo stesso territorio, lo Stato italiano ha assunto precisi impegni con la Commissione europea per fermare il trend di progressivo degrado degli habitat e così archiviare la procedura d’infrazione comunitaria n. 2001/4156.
Tra gli impegni presi vi era la redazione e l’approvazione di un Piano di Gestione (PdG) dei SIC/ZPS afferenti il territorio comunale, avente natura giuridica vincolante per le successive trasformazioni di suoli. Tale PdG, composto da una serie di elaborati cartografici, da una relazione e da due regolamenti, è stato definitivamente approvato, in variante al vigente regolamento edilizio comunale, dal Consiglio Comunale di Manfredonia il 28.12.2009.
In definitiva, evidenziano WWF e CSN, il vigente PRG del comune di Manfredonia è composto anche dagli elaborati del Piano di Gestione che comporta quindi una ulteriore limitazione e precisazione alle norme (zonizzazioni, indici, modalità di intervento, ecc.) dello stesso Piano Regolatore. Ad esempio, il Piano di Gestione segnala sull’area interessata dal progetto proposto dalla Energas la presenza di un habitat di interesse prioritario per l’Unione europea che spesso occupa superfici molto ristrette ed è quindi soggetto ad un reale rischio di estinzione con la conseguente scomparsa anche delle specie che vi vivono.
In un recentissimo sopralluogo, effettuato in data 24/06/2015, è stata rilevata inoltre la presenza sull’area di numerosi esemplari di Grillaio (Falco naumanni) e Cicogna bianca (Ciconia ciconia). Senza contare, sottolineano ancora WWF e CSN, che all’interno del SIC-ZPS non è consentito trasformare, danneggiare e alterare gli habitat d’interesse comunitario, cambiare la destinazione d’uso colturale delle superfici destinate a pascolo, costruire nuove strade o ampliare quelle esistenti.
Il progetto della Energas prevede invece aree carrabili per un’estensione pari a 127.500 mq e volumi edificati per 7.500 mq., su un’area attualmente del tutto inedificata e priva di qualsiasi infrastruttura. Per WWF e CSN è di tutta evidenza che, a prescindere dagli esiti delle procedure di VIA/VAS in corso, la vigente pianificazione urbanistica del comune di Manfredonia, così come integrata dagli elaborati del PdG, non consente la trasformazione dell’area interessata dal progetto del deposito di GPL.
Per Maurizio Gioiosa, presidente del CSN, e Carlo Fierro, presidente del WWF Foggia: “È essenziale che il Comune di Manfredonia integri in autotutela il Certificato di Destinazione Urbanistica rilasciato alla Energas in quanto quello attuale non fa alcun cenno alla variante urbanistica di cui al Piano di Gestione dei SIC e ZPS approvato dal Consiglio Comunale di Manfredonia. Il rischio è di avviare una procedura basata su falsi presupposti che inevitabilmente comporterà futuri contenziosi. Si pensi, ad esempio, alla lunghissima vicenda di Punta Perotti a Bari, nata dal rilascio di un non completo certificato di destinazione urbanistica.”
(Foggia, 29.06.2015 – Centro Studi Naturalistici Foggia – WWF Foggia)
Fonte: Statoquotidiano

“Manfredonia pulsa della vitalità del porto”, così il Comune sul web apre la descrizione della nostra infrastruttura più importante. Al momento sul Porto Commerciale o Porto Vecchio, ovvero Moli di Levante e Ponente e Banchina di Tramontana, sono in corso lavori di manutenzione straordinaria della pavimentazione delle banchine, della rete di smaltimento acque meteoriche e nere e riordino dei sottoservizi. Il quadro economico segna un importo totale per l’intero progetto esecutivo di €11.400.000, attinti dal Fondo Infrastrutture CIPE che nel 2008 destinava 30 milioni (poi ridotti a 20) al Porto di Manfredonia. Nel dettaglio, la pavimentazione sarà costituita da mattonelle carrabili (betonelle) e basole alla radice di Levante; per lo smaltimento acque bianche e nere verrà rifatta la rete idrica, con apposite caditoie e vasche per le acque piovane e colonnine per lo scarico delle acque di sentina delle imbarcazioni; l’illuminazione a Tramontana e a Levante sarà spostata dal centro sui lati. Il termine dei lavori per il 31/07/2015 potrà essere rispettato forse per il solo Molo di Ponente ma per la restante parte siamo ancora…in alto mare. Il Direttore dei lavori ing. Donato La Torre, riferisce di un vincolo paesaggistico sul faro, di cui inizialmente non si sapeva, che ha reso necessario inoltrare richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza. Gli interventi in atto accresceranno la funzionalità del porto ma, in verità, il miglioramento dei sotto servizi avrebbe una logica più lineare in un ambito portuale in espansione e non in chiara regressione. Il commissario Gaetano Falcone parla di un movimento merci in linea con quello di altri porti simili, ma le cifre non vengono rese pubbliche sul sito istituzionale, come la legge impone e come questo giornale ha già denunciato. I dati alquanto rosei che l’Autorità ci ha fornito stridono con quelli della Capitaneria (Michele Apollonio, ManfredoniaNews.it 08/07/2014). Considerata dunque la crisi delle attività portuali, perché non si è intervenuti direttamente sull’operatività del Porto, accrescendone così l’attrattività per navi ad alto pescaggio tramite opere quali il dragaggio del fondale (ridotto ormai di circa un metro), il rafforzamento della scogliera di Levante e, ancora, il prolungamento della banchina a maggior protezione dalle mareggiate? Un rafforzamento della scogliera, precisa l’ing. La Torre, già fu fatto dal Genio Civile Opere Marittime ma, per i restanti interventi, bisognerà attendere probabilmente altri fondi e altri progetti. Gli operatori portuali, fruitori dell’infrastruttura, non sono stati consultati né in sede di progetto preliminare né per il progetto esecutivo. Essi avrebbero potuto evidenziare, come già lamentarono l’anno scorso, le effettive criticità da considerare prioritarie rispetto al pur importante adeguamento e messa a norma dei sotto servizi. Visto che i fondi del CIPE furono sbloccati, l’ambizioso “Piano di Sviluppo” presentato nel maggio 2014 dall’A.P. lasciava supporre una scala delle priorità che avrebbe privilegiato in prima battuta interventi di portata più ampia, affidandoli magari ad aziende marittime specializzate, che da noi non ci sono. Qui non si tenta di denigrare l’esecuzione dei lavori in corso ma di chiedersi: svilupperanno il potenziale (che già c’è) del porto? Creeranno nuovi posti di lavoro? Dubitarne è lecito. “Ciò che emerge da un’analisi, anche superficiale, della situazione è che, per impuntature politiche o per volontà di far prevalere l’arroganza del potere, le nostre infrastrutture marittime stanno perdendo un’occasione dopo l’altra di rilancio. Ma appare evidente che nessuna bufala elettorale da 30, 50 o 100 milioni di euro può coprire la triste realtà di un porto che perde sempre più posizioni e competitività, e non riesce a produrre né lavoro né ricchezza. È tutto da vedere se il tempo perso si potrà recuperare. Quello che è certo è che la discussione sul porto di Manfredonia dovrebbe tornare a parlare il linguaggio della verità, e tutta la città dovrebbe unirsi su un serio progetto di sviluppo del porto”, così Angelo Riccardi durante la sua prima campagna elettorale (ManfredoniaNews.it n. 5 del 21/02/2010).


