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La meda – struttura in acciaio di circa 25/26 mt di lunghezza, 18 in acqua, il resto fuori, ndR – installata nel Golfo di Manfredonia. La meda – il cui allestimento strumentale è stato progettato e realizzato dal CNR-IAMC di Messina in collaborazione con il CNR ISMAR di Lesina e Ancona – “consentirà di acquisire misure metereologiche e oceanografiche rilevate automaticamente con cadenza prestabilita, trasmesse a terra e rese disponibili in tempo reale su un sito web

Ancona/Manfredonia – “LE finalità del progetto? Una serie di indicatori – mediante sistema Radar – da fornire agli Enti interessati – e dunque Mipaaf, assessorati, consorzi e categoria di pescatori – per lo sviluppo delle attività relative”. Conferenza stampa questo pomeriggio all’entrata del Molo di Ponente di Manfredonia, nei pressi dell’azienda Ecolmare Gargano, dell’Ente di Ricerca CNR (Consiglio nazionale delle ricerche), istituto per l’ambiente marino costiero e istituto per le Scienze marine. Il nome del progetto è “sistema di supporto alle decisioni per la gestione sostenibile della pesca nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia“. Fra queste anche la Puglia e dunque il Golfo di Manfredonia. Si tratta della 6^ struttura implementata dall’ente competente, grazie ai finanziamenti del Miur (23.12.2009, ma il progetto è partito nel 2011) per 6 milioni di euro in 3 anni. Come dice a Stato il responsabile di ISMAR-CNR di Ancona ing. Mauro Marini “il progetto mira allo sviluppo ed implementazione di tecnologie, strumenti e sistemi per favorire una governance responsabile della pesca e costituisce uno strumento utile al contempo per una nuova fase di sviluppo delle attività di pesca nelle regioni meridionali italiani per conciliare reddività ed eco-compatibilità“. Presenti fra l’altro durante la conferenza il dr. Stefano Guerzoni responsabile ISMAR Lesina, il dr. Fabio Fiorentino responsabile IACM Mazara del Vallo, il dr. Raffaele D’Amamo ISMAR Lesina; fanno parte del progetto tra l’altro: il dr. Andrea Belardinelli di ISMAR Ancona, il dr. Mario La Mesa, di ISMAR Ancona, la dr.ssa Carmela Caroppo, di IAMC Taranto. Il 23 aprile 2012 si è svolto nel CNR di Bari un importo convegno relativamente al progetto alla presenza degli istituzioni nazionali e regionali, organizzato dal CNR di Lesina. Cruciale la collaborazione della rete scientifica del CNR – IAMC di Mazara del Vallo, Capo Granitola, Messina e Oristano, ISMAR di Foggia e ISAC di Lecce e Roma, con il Mipaf, le cooperative di pescatori, le organizzazioni di categoria, le capitanerie di porto e gli assessorati regionali.


I siti prescelti.
I siti prescelti per l’avvio delle attività del progetto sono appunto il Golfo di Manfredonia in Puglia e il Canale di Sicilia.

Fra gli obiettivi primari: lo studio della dinamica delle risorse in termini di abbondanza, demografia e distribuzione spaziale; fornitura conoscenze agli operatori del settore per ottimare i processi di cattura, riducendo gli impatti negativi sull’ambiente e migliorando la performance economica delle attività di pesca; supporto tecnico-scientifico agli organi di gestione (Mipaaf) e di vigilanza e controllo (Capitanerie di Porto). Si ricorda che il CNR gode di partner nell’intero Meridione: ISAC nel Lazio, ISMAR e ISAC in Puglia, IAMC in Sicilia, IAMC in Sardegna.


L’allestimento ed installazione della meda oceanografica.
In pratica, nell’ambito del progetto, dall’11 al 19 giugno 2012 si sono svolte le operazioni di allestimento ed installazione di una meda (struttura d’acciaio di circa 25/26 mt di lunghezza, 18 in acqua, il resto fuori, ndR) nel Golfo di Manfredonia a circa 12 miglia nautiche al largo su un fondale come detto di 18m di profondità. La meda – il cui allestimento strumentale è stato progettato e realizzato dal CNR-IAMC di Messina in collaborazione con il CNR ISMAR di Lesina e Ancona “consentirà di acquisire misure metereologiche e oceanografiche che vengono rilevate automaticamente con cadenza prestabilita, trasmesse a terra e rese disponibili in tempo reale su un sito web (interno, ndR)”.

Le operazioni in mare hanno impegnato ricercatori di Ismar Lesina e IAMC Messina col supporto tecnico e subacqueo di mezzi nautici locali e operatori specializzati (Floatex di Brescia che ha realizzato la struttura, Arenasub di Messina ed Ecolmaregargano di Manfredonia che hanno curato l’installazione). In particolare si parla di una strumentazione, compreso parte software, di un costo pari a circa 100mila euro.

I vantaggi raggiunti in altri compartimenti marittimi. Come spiega a Stato l’ing. Marini “in altri compartimenti marittimi italiani, e penso alle Marche e/o alla Romagna – aree con la più alta reddività derivante dal pescato – sono stati gli stessi consorzi (presenti anche a Manfredonia, area che ha goduto dello stanziamento di importanti fondi – FOCUS

Manfredonia, costituito Partenariato per la pesca. Cofinanziamento AP e FONDI FEP e DAI FONDI REGIONALI PER I PROGETTI PILOTA ALLA SPERIMENTAZIONE PER LA PESCA DEL ROSSETTO E BIANCHETTO , ndR) a ricercare il nostro sostegno presentando dei piani di gestione al Ministero ma non prima di aver analizzato gli indicatori delle nostre ricerche”. In questo caso si è fatto riferimento alla pesca delle vongole. “I pescatori avevano stabilito dei periodi per la pesca, per il fermo, rispettandoli rigorosamente”. Sarà possibile anche a Manfredonia dove la categoria deve sottostare comunque ad una fascia ancora contraria all’utilizzo degli impianti di sentina e per la raccolta delle acque nere, dove la categoria deve subire ancora gli sversamenti in mare degli idrocarburi. “Il nostro sistema e le nostre ricerche, fondandosi sulla multidisciplinarietà e competenza, rappresentano un giusto compromesso tra il mercato e la risorsa; certo l’intemediazione politica funge spesso da ruolo basilare per la realizzazione del progetto, necessitante naturalmente dei dovuti finanziamenti in uno Stato come quello italiano dove oramai l’80% del pescato arriva da fuori confine”.


Qui Manfredonia.
Nel corso della conferenza emersi dati per il compartimento marittimo di Manfredonia, sul quale i presenti non avevano le giuste conoscenze, per una risoluzione delle problematiche da tempo vigenti: dal blocco (parziale) della pesca del rossetto e del bianchetto, alle proteste per il fermo biologico (“determinante l’obbligo di riproduzione delle diverse tipologie del pescato”). Proprio in giornata l’Ente di Manfredonia ha inviato una nota segnalando la “preoccupazione” dei pescatori di Manfredonia per le date del periodo del fermo biologico; date che non terrebbero conto delle esigenze delle attività di pesca svolte nel golfo.

Per il Golfo locale il periodo parte dal 6 agosto al 16 settembre 2012, mentre la marineria del Compartimento aveva richiesto di stabilire il fermo nel periodo che va dal 16 luglio al 3 settembre 2012. “Se venisse mantenuto il fermo nel periodo agosto-settembre, la marineria del Compartimento andrà incontro all’ennesima penalizzazione delle attività con conseguenze disastrose per le famiglie dei pescatori e dell’economia non solo cittadina”.

“Le preoccupazioni – termina il Primo Cittadino sipontino – si estendono anche ad aspetti inerenti all’ordine pubblico. La richiesta di spostamento del periodo di fermo biologico tiene conto delle fondamentali esigenze di pesca legate alle particolari caratteristiche del golfo di Manfredonia notoriamente habitat naturale di riproduzione in particolar modo nel mese di luglio (periodo nel quale i pescatori auspicavano la partenza del fermo, ndR)”.


Riccardi.
“Questo progetto – annota il Sindaco, Angelo Riccardi – si inserisce nel contesto più generale delle misure adottate dalla Comunità europea, dal Governo italiano e quindi dalla Regione Puglia, per fronteggiare la crisi che investe il settore della pesca e di predisporre i supporti necessari, scientifici e legislativi, per regolamentare nel modo più razionale le attività di pesca e dunque dei pescatori chiamati a svolgere un ruolo determinante per la conservazione e l’uso delle risorse ittiche”.

VIDEO – MEDA OCEANOGRAFICA e CONFERENZA STAMPA

Fonte: statoquotidiano.it