Centrale Biomasse

Sempre più alta e più viva è la preoccupazione dei cittadini di Foggia e Capitanata sull’assedio della città da parte di gas inquinanti, derivanti da centrali elettriche troppo spesso camuffate da energia da fonti rinnovabili, infatti la città a breve si troverà circondata da una cappa di CO2 (responsabile dei cambiamenti climatici), di NOx (ossidi di azoto), principali colpevoli di piogge acide; di SO2 (anidride solforosa) che per inalazione può causare edema polmonare; di Diossine e furani (PCDD + PCDF); di PM 10 ( polveri sottili); di PM 2,5 (polveri sottili) e di calore proveniente dalle centrali a biomassa, dagli inceneritori e dagli impianti a turbogas che in estate saranno tutti funzionanti , come si evince da notizie di stampa.

La città è circondata ed assediata da :

Candela: centrale turbogas della Edison da 400 MW elettrici e circa 1000 MW termici;

San Severo: centrale turbogas da 400 MW elettrici e circa 1000 MW termici con già in previsione il raddoppio ed intanto cominciano ad esserci i primi sforamenti nelle emissioni di atmosfera ;

Cerignola: inceneritore di rifiuti ospedalieri di Ecocapitanata

Manfredonia: Borgo Tressanti alla località Feudo della Paglia (presso Borgo Fonterosa) in agro di Manfredonia ma vicinissimo  Foggia e Cerignola un termavalorizzatore dell’ Eta ( Marcegaglia) da 16,8 MW elettrici e 61,9 MW termici che brucerà 100.000 tonnellate di CDR prodotto trattando la frazione secca separata e biostabilizzata dei rifiuti provenienti dagli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di FG1 (Lesina), FG3 (Foggia), FG4 (Cerignola) e FG5 (Deliceto) (in funzione di prova);

l’inceneritore “Fenice” di Melfi, ai confini di Candela, che tanti danni ha fatto e fa in termini di inquinamento di aria, acqua e suolo nell’area a valle cioè l’Ofanto e l’area di Cerignola

l’ EnterraS.p.A» di Orio al Serio (BG), acquisita da «Belenergia» , metterà in funzione in estate una centrale a biomasse a Rignano Garganico Scalo, nel comune di Foggia, un impianto a biomasse vegetali “a filiera corta” da 13 Mw elettrici e circa 50 Mw termici da alimentare con 100-120.000 tonnellate di biomasse costituite da cippato di legna che dovrebbe provenire dalla pulizia dei boschi e da potature di oliveti e vigneti, dalle vinacce e dalla sansa vergine ed esausta, di cui almeno per il 40%, entro un raggio di 70 chilometri dall’impianto

S.Agata di Puglia ( località Viticone): centrale a biomasse della Agritre, Gruppo Tozzi, (Tozzi Renewable Energy) S.r.l. che consiste nell’installazione di una centrale termoelettrica da 80 MW termici e 25 ,2 MW elettrici a ciclo combinato, alimentata a biomasse vegetali solide (paglia e cippato), da realizzarsi nel territorio di Sant’Agata di Puglia, in località Viticone, ai confini con i comuni di Deliceto e Candela.

L’impianto è il più grande d’Italia per quanto riguarda impianti di cogenerazione a biomassa, che non sia CDR:
da progetto e secondo le norme legislative nessuna di queste centrali dovrebbe sforare i limiti di legge di emissione in atmosfera di inquinanti , la loro somma però diventa pericolosa per tutto il territorio tanto che è diventata una vera e propria aggressione al nostro territorio a favore dell’imprenditoria energetica, che è e sarà nel futuro sempre più disastrosa per gli abitanti e la terra dell’intera Capitanata. Tutto ciò è avvenuto nel totale disinteresse degli enti locali che, purtroppo per noi cittadini, per un pugno di posti di lavoro e per cercare di sistemare i loro bilanci in dissesto, senza tener conto della salute dei propri cittadini e non solo.
Si vuole ricordare che il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Il consiglio comunale condivide questa responsabilità. I compiti del sindaco sono quindi comunque ampi, soprattutto il sindaco deve conoscere lo stato di salute della popolazione, deve prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili, se esistono pericoli incombenti e, per la direttiva Seveso, deve informare la popolazione dei rischi rilevanti cui è sottoposta.

Tonino Soldo 

Legambiente

Fonte: L’immediato