“L’Ente Parco ad oggi risulta impossibilitato a gestire direttamente il battello spazzamare per mancanza di personale idoneo e per impossibilità giuridica ad affidare a soggetti esterni del natante in dotazione”

Battello spazzamare

Nelle intenzioni iniziali, era stato attrezzato per la rimozione dei rifiuti solidi galleggianti dagli specchi acquei dell’area marina protetta

Roma/Manfredonia – UN altro anno di sosta per il battello spazzamare che l’Ente Parco del Gargano gestisce dal 4 maggio 2005 grazie al comodato d’uso dal Ministero dell’Ambiente. Nelle intenzioni iniziali, il battello era stato attrezzato per la rimozione dei rifiuti solidi galleggianti dagli specchi acquei dell’area marina protetta (l’Ente Parco ha ricevuto il mezzo in quanto Ente gestore dell’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti). Da atti, “l’Ente Parco ad oggi risulta impossibilitato a gestire direttamente il battello spazzamare per mancanza di personale idoneo e per impossibilità giuridica ad affidare a soggetti esterni del natante in dotazione (..) gli uffici dell’Ente hanno” tuttavia “proceduto alla manutenzione straordinaria del battello spazzamare rendendo l’imbarcazione pronta alla navigazione e allo svolgimento delle operazioni di tutela ambientale per cui è stata analizzata“.

Da qui con recente l’atto l’Ente Parco del Gargano ha proposto di approvare il preventivo di spesa presentato dalla società Yacht Service Marina del Gargano srl, varo e sosta del battello per un periodo annuale (15.07.2015/14.07.2016) per la somma complessiva di euro 1.667,30 euro. L’anno scorso il mezzo è stato noleggiato nel porto turistico di Manfredonia con impegno di spesa pari a 2.671,80 euro per il noleggio dal 15 luglio 2014 al 14.07.2015.

STORIA. Il battello spazzamare ha avuto passata risonanza a causa del degrado nel quale versava. Il servizio è stato istituito da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente, deliberata con decreto DEC/DPN/18 datato 14.01.2005 (sotto il ministro Altero Matteoli – AN – da 11.06.2011 a 23.04.2005 e da 23.04.2005 a 17.05.2006- poi sostituito da Alfonso Pecoraro Scannio – Verdi – da 17.05.2006 07.05.2008). Progettato e realizzato dai Cantieri Navali Di Donna di Gaeta, per la raccolta dei rifiuti solidi galleggianti nelle Aree Marine Protette italiane, avrebbe dovuto essere impiegato per “la raccolta dei rifiuti solidi galleggianti e qualora vengano ravvisati casi di particolare urgenza relativi ad interventi antinquinamento”.

Il battello spazzamare è un importante strumento di tutela dell’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti e fa parte di quei tanti impegni che sto concretizzando alla guida dell’amministrazione dell’ente. Quindi, dopo aver trovato i soldi per il finaziamento dell’attività di gestione del mezzo con il Ministero, posso affermare che il battello pulirà le coste di Tremiti dal prossimo mese di giugno (2014,ndr)”, aveva detto a Stato nel gennaio 2014 l’attuale Presidente dell’Ente Parco avv.Stefano Pecorella. “Il battello spazzamare – aveva continuato Pecorella – era stato consegnato all’Ente nel lontano 2005 e non era più possibile sopportare la situazione di abbandono in cui versava. Il Ministero ha consegnato il battello all’Ente che non poteva però gestirlo con il personale e gli esigui fondi ad esso destinati. Ho fatto stanziare le somme necessarie, dopo avrerle ottenute appositamente dal Ministero del’Ambiente, nel piano di gestione 2014 dell’area marina protetta”.

PRIMA DELL’INAUGURAZIONE. Prima dell’inaugurazione del servizio (durante la presidenza del Parco dell’avvocato Giandiego Gatta, oggi consigliere regionale del Pdl – con fine mandato nell’Ente nel 2010; in seguito dal 12 maggio 2010 Commissario straordinario del Parco è stato l’avv Stefano Pecorella, da marzo 2012 Presidente dell’Ente, su nomina del Ministero dell’Ambiente) tante le aspettative ed i proclami: “l’unità vigilerà un percorso di trentasei miglia lungo la fascia costiera di ciascuna isola dell’arcipelago, osservando i seguenti turni di servizio: dal I giugno al 30 settembre (sei giorni a settimana per otto ore di lavoro); dal I ottobre al 31 maggio (tre giorni a settimana per otto ore di lavoro)”. Il battello spazzamare avrebbe dunque dovuto lasciare le acque sipontine per dirigersi verso quelle delle Tremiti, nel cui porto avrebbe dovuto troverà “stabile ormeggio”. Da raccolta dati, il personale di bordo avrebbe dovuto essere stipendiato per i primi due anni “con fondi messi a disposizione dallo stesso Ministero”. Successivamente le competenze sarebbero dovute passare al Comune di Tremiti.

E poi? Cosa è successo dopo l’inaugurazione?. “Solo un’ora e mezza di vita, dopo 3 anni lo trovano affondato causa pioggia. Stiamo parlando del battello spazzamare” aveva scritto Anna Di Pardo, il 15.03.2008 sul portale lecinqueisole.it. “(…) il nostro compianto Battello è stato tirato a terra, non si sa se in questi anni sia stata pagata la sosta, comunque se non è stato fatto, per ritirarlo bisognerà sborsare euro 7.000”. “Ringraziamo il Ministero dell’Ambiente per questo Pregevole e Necessario dono, ma sinceramente non ce la siamo sentiti di accettare…. non sapevamo cosa farcene sarebbe stato un servizio futile !!!!!! Ossequi E come dicono in questo momento di allarme a Napoli: ‘Non ce la portate via l’immondizia; C’ simm affezzionat‘”.

AVV.GATTA: “NONOSTANTE NUMEROSI SOLLECITI MAI ARRIVATI I FONDI PER LA GESTIONE”.“Da quello che posso ricordare – disse a Stato l’avvocato Giandiego Gatta – il battello ecologico spazzamare (donato dal Ministero alle Aree marine protette e con un costo presunto compreso tra i 60 e gli 80mila euro,ndr) non è entrato in funzione per alcune motivazioni: innanzitutto non lasciò il porto di Manfredonia in direzione Tremiti per la mancanza – da parte della Capitaneria – di documentazione relativa forse al collaudo o per le autorizzazioni; da qui il deposito nel Cantiere privato; in secondo luogo, la mancanza dei fondi per la gestione. Ricordo che ripetutamente abbiamo inviato solleciti – come Ente Parco – al Ministero dell’Ambiente nel frattempo presieduto da Alfonso Pecoraro Scannio ma non ci fu mai data risposta. Quei fondi non sono stati mai erogati”.

“Ricordo che ci una fase di pre-contenzioso fra la ditta individuata a Manfredonia per il deposito del battello causa mancati pagamenti delle somme previste per il deposito e la manutenzione. Fino al 2010, dunque relativamente alla mia presidenza dell’Ente Parco, dovrebbero essere state pagate le somme per il deposito del mezzo, mai entrato in funzione – come detto – in attesa dei fondi dal Ministero dell’Ambiente per la gestione del mezzo. Dopo 9 anni non posso ricordare le motivazioni alla base del mancato deposito del battello in un’area in concessione alla Capitaneria di Porto di Manfredonia”, disse l’avv.G.Gatta.

“Ricordo che non ci sono state spese aggiuntive per il personale inizialmente addetto al servizio – aggiunse l’avvocato Gatta – perché si trattava di funzioni da svolgere nell’ambito delle Aree marine protette, che non hanno personale addetto; dunque avremmo dovuto soltanto ‘spostare’ del personale del Parco per il servizio del battello, senza ulteriore aggravio di costi”. “Con l’entrata in funzione del servizio – aggiunse l’avvocato Stefano Pecorella, attuale presidente dell’Ente Parco – dovrebbero essere sottoscritti contratti di collaborazione per il personale, attraverso selezioni di un’agenzia interinale; l’Ente Parco – come ribadito anche dall’avvocato Gatta – non può (e non poteva,ndr) assumere ulteriore personale da inserire nella pianta organica”.

Nonostante i buoni propositi, l’Ente Parco ribadisce ora, nella determina relativa all’impegno di spesa per il noleggio del battello, quanto scritto già nel 2014: “a tutt’oggi, l’Ente Parco risulta impossibilitato a gestire direttamente il battello spazzamare per mancanza di personale idoneo e per impossibilità giuridica ad affidare a soggetti esterni la gestione del natante in dotazione”. Ad oggi l’imbarcazione è “pronta per la navigazione e per lo svolgimento delle operazioni di tutela ambientale per le quali è stata realizzata”.

Allora, nella speranza che la grande Giuny Russo non si offenda: “Uno spazzamare, voglia di remare, fare il bagno al largo, per vedere da lontano i rifiuti-uti-uti”.

(Ph: archivio MTT)

g.defilippo@statoquotidiano.it

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Fonte: Statoquotidiano