Pescatori di Manfredonia

Pescatori di Manfredonia (image copyright Statoquotidiano, archivio – immagine non riferita al testo)

Roma/Manfredonia – “REGISTRIAMO un aumento del 20% nel Meridione delle rottamazioni di natanti. Cause: la crisi, logiche assistenziali obsolete – che continuano a non tutelare gli operatori dei settore – e mancata valorizzazione del pescato”. E’ quanto dice a Stato Silvano Giangiacomi, coordinatore nazionale della Fai Csil Pesca, a margine dell’assemblea “Più attenzioni al settore della Pesca“, svoltasi a Palazzo dei Celestini di Manfredonia lo scorso 5 aprile su iniziativa della Fai Cisl di Foggia. La federazione agricola alimentare ambientale industriale ha voluto organizzare l’iniziativa per “affrontare ed approfondire le problematiche che interessano sul territorio migliaia di lavoratori, che stanno vivendo una difficilissima condizione lavorativa”.

All’iniziativa hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni locali, delle autorità marittime, le associazioni professionali e gli operatori della pesca marina. Intervenuti Alberto Gatta, coordinatore della Fai Cisl Pesca di Foggia, Michele Manzi, coordinarore provinciale del settore Pesca della Fai Cisl, Franco Bambacigno, segretario generale della Fai Cisl di Foggia, Paolo Frascella, segretario generale della Fai Cisl di Puglia, e come detto Silvano Giangiacomi, coordinatore nazionale della Fai Csil Pesca.

“Il Regolamento (CE) n. 1967/2006 (II), sebbene introdotto solo nel 2010, ha penalizzato gli operatori marittimi italiani, e dunque anche del Meridione”, dice Giangiacomi. “Nonostante la recente autorizzazione per la pesca del rossetto a Manfredonia – anche grazie alla campagna scientifica con i sistemi sciabica e circuizione senza chiusura – rappresenta un segnale positivo ma non basta – aggiunge il coordinatore nazionale della Fai Csil Pesca – ricordando come la deroga sia stata già conseguita in Toscana e Liguria. Quello che davvero manca – continua Giangiacomi – è una politica di valorizzazione di quanto pescato nei nostri mari”.

“A fronte dei costi derivanti dal gasolio, spesso il pescato nelle nostre acque ha il medesimo prezzo del prodotto importato dall’estero. In questo il peso delle GDO ha acquistato un ruolo fondamentale. In percentuale il 70% del prodotto è importato dall’estero, 30% quello relativo ai nostri mari. E’ dunque fondamentale stabilire una tracciabilità dei prodotti, adeguandosi alle normative vigenti, e prevedere marchi DOP per il pescato locale per valorizzarne l’indiscutibile qualità”, aggiunge Giangiacomi.

Ulteriore problematica per i pescatori italiani il Welfare, dunque l’assistenzialismo alla categoria: “le norme sono vecchie, obsolete – dice Giangiacomi – e non garantiscono la tutela di chi entra in mare dalla Mezzanotte per tornare sulla terraferma nel pomeriggio seguente. Lo stesso non avviene per altri settori: e penso ad esempio alla categoria degli edili. Inoltre va riformato il sistema pensionistico: la legge d’inquadramento per la piccola pesca è ferma addirittura al 1958, con somme che si aggirano intorno ai 635 euro per i singoli operatori. Inoltre, per quanto paradossale, la malattia nella pesca non è prevista come indennità”. Capitolo ammortizzatori sociali: “Si passi rapidamente alla Cig ordinaria, che tutelerebbe maggiormente i lavoratori del settore, ricordando che in Italia si opera su circa 8mila km di costa”.

Demolizioni natanti: “La rottamazione dei natanti nel Sud è in aumento di un 20% circa; il dato non è positivo, ricordando come la demolizione di un natante equivale alla perdita di posti di lavoro. Meglio puntare sulla diversificazione della propria attività lavorativa, attraverso correlazioni con il turismo o gli allevamenti, strategie condivise dai giovani pescatori”, conclude Giangiacomi.

185/190 I NATANTI DEL COMPARTIMENTO MARITTIMO DI MANFREDONIA, 84/85 DELLA GRANDE PESCA. “Anche a Manfredonia sono in aumento le richieste di demolizioni dei natanti – dice a Stato Alberto Gatta – ma è una scelta che riguarda principalmente i pescatori più anziani. Ad oggi registriamo circa 185/190 natanti per il compartimento marittimo locale, 84/85 della grande pesca, oltre 100 della piccola pesca”.

Fonte: Statoquotidiano.it