“ Pulizia fondali” è un progetto di recupero dell’ambiente marino, del golfo di Manfredonia, che punta alla rimozione dal fondo del mare, a cura dei pescatori, dei rifiuti di plastica e materie varie ed al loro successivo conferimento in appositi centri di raccolta per il corretto smaltimento.

PREMESSA

Rifiuti raccolti da reti a strascicoIl problema dell’inquinamento del mare con i fondali coperti di rifiuti è una realtà europea e specialmente delle coste mediterranee. La presenza e la dispersione in mare dei rifiuti rappresenta, oltre ad un danno per l’intero ecosistema marino e costiero, un notevole ostacolo alla riproduzione di specie ittiche con gravi danni per la pesca.

Nel nostro caso, trattasi del golfo di Manfredonia, c’è una specificità forse dovuta alla particolare conformazione delle correnti marine. I fondali di ampie zone sono coperti di retine di plastica che, tra l’altro, vengono utilizzate negli allevamenti delle cozze.

In concomitanza della manifestazione “Spiagge e fondali puliti” del Maggio 2012 è stato elaborato un resoconto dei sondaggi effettuati dai pescatori onde ricavare elementi utili per conoscere lo stato in cui si trovano i nostri fondali. E’ emerso che nei pressi delle spiagge frequentate, i fondali sono puliti mentre al largo presentano un alto grado di sporcizia che, sicuramente danneggia la riproduzione delle specie ittiche e l’habitat delle praterie sottomarine di Cymodocea e Posidonia.

In particolare, alla distanza di quattro miglia dalla costa, i fondali sono ricoperti di retine di plastica oltre che di materie varie (plastiche, ferrose, di vetro e tronchi di legno).

RIFERIMENTI

La pulizia dei fondali marini non è una novità. Già nel 2011 è stato avviato, nel Mediterraneo, su proposta del commissario europeo Maria Damanaki, un progetto pilota per la raccolta di detriti di plastica e l’UE inizialmente ha sovvenzionato l’iniziativa che prevedeva di corrispondere ai pescatori un incentivo per pescare rifiuti.

Un progetto simile fu realizzato nel mare del Nord e si riuscì a recuperare oltre 20.000 tonnellate all’anno di rifiuti marini, tanto da portare alcuni pescatori ad occuparsi solo di rifiuti, anche su base volontaria.

Comunque i primi ad aver pensato a realizzare un progetto di pulizia del mare sono stati i pescatori del golfo di Gaeta che, con le imbarcazioni titolari di autorizzazione per la pesca a strascico, nel 2007-2008 hanno permesso di sviluppare un progetto di pulizia del mare, che è stato presentato alla trasmissione “Linea Blu” denominato “Pescambiente” elaborato con la partecipazione del comandante della Capitaneria di Porto di Gaeta.

Di fatto tale progetto ha aperto la strada ad un nuovo modo di educazione ambientale.

 

OBIETTIVI

Obiettivo primario del progetto è contribuire alla bonifica dei fondali marini del golfo di Manfredonia mediante il recupero, per il successivo smaltimento, delle retine di plastica e dei rifiuti solidi rinvenuti a mare, provenienti da imbarcazioni, fiumi, corsi d’acqua e scarichi vari e da allevamenti di cozze, nonché di materiali e rifiuti prodotti a bordo delle unità che transitano/operano nel golfo.

“Pulizia Fondali”, nel contempo, si prefigge di riqualificare la figura del pescatore, riconoscendogli un ruolo di protagonista nella tutela del mare e quindi di rispettoso “custode” ed intelligente preservatore dell’ecosistema in cui opera e, quindi, del proprio “luogo di lavoro”, affinché, anche in futuro, possa trarne il giusto profitto.

L’alto valore sociale del presente progetto è sintetizzabile negli obiettivi che seguono:

–       bonificare, per quanto possibile, i fondali marini dai materiali solidi presenti ed in particolare recuperare le retine di plastica;

–       incentivare lo stoccaggio a bordo dei motopescherecci ed il successivo corretto smaltimento dei rifiuti prodotti durante le normali attività di pesca;

–       ridurre nel tempo il rischio di danni alle reti ed agli attrezzi da pesca arrecati da materiali particolarmente voluminosi e pesanti presenti a mare e/o giacenti sul fondo marino;

–       riqualificare il ruolo del pescatore in attore principale della salvaguardia dell’ambiente marino e costiero;

–       tentare di individuare, dall’analisi delle retine di plastica,il punto di provenienza per elaborare strategie tendenti ad eliminare la loro presenza in fondo al mare.

 

FASI  DI “Pulizia Fondali

  1. – fornitura da parte dell’Amministrazione Comunale ai motopescherecci del Compartimento Marittimo di contenitori idonei alla raccolta dei rifiuti;
  2. – posizionamento in banchina a cura del Comune e con il coinvolgimento dell’autorità marittima, in luogo ritenuto idoneo ai sensi delle vigente normativa sanitaria, di cassonetti/stazioni di raccolta (c.d. “isole ecologiche”) per il temporaneo stoccaggio dei rifiuti recuperati e/o prodotti a mare;
  3. – raccolta in mare dei rifiuti prodotti e/o recuperati e successivo deposito in banchina presso i citati punti di sbarco; per i materiali più voluminosi si prevede l’accantonamento nei pressi di tali punti;
  4. – prelievo giornaliero, in orari adeguati al rientro in porto dei motopescherecci, del materiale conferito nei centri di raccolta, mediante automezzi abilitati e trasporto dello stesso in idonee discariche.

 

IPOTESI DI INCENTIVAZIONE

Rifiuti raccolti da una rete a strascicoConsiderando che i pescatori, sviluppando questa attività, diventano i “netturbini del mare” si ritiene giusto prevedere un riconoscimento economico.

L’incentivazione potrebbe conseguirsi attraverso la firma di protocolli operativi che statuiscano le seguenti iniziative:

1)     Elargire dei “buoni carburanti” in misura proporzionale alla quantità di retine pescate e consegnate in banchina per l’opportuno smaltimento;

2)    Prevedere degli sgravi fiscali proporzionati ai rifiuti recuperati, diversi dalle retine.

Naturalmente per concretizzare queste ipotesi si rende necessaria l’individuazione di soggetti fiduciari che assicurano la quantificazione/pesatura dei rifiuti raccolti e la predisposizione di appositi modulari.

 

A cura del Centro Cultura del Mare A.P.S. – Manfredonia